martedì 31 dicembre 2019

L'ultimo giorno del decennio

L'ultimo giorno del decennio
Senza troppa convinzione il sole sorge nuovamente.
Il decennio che sta per finire è quello degli anni 10.
Quello, per intenderci, che ho iniziato da ragazzo
e che sto finendo da adulto.
Ora il vento soffia forte. Fa ballare le foglie che è uno spettacolo.
"La danza dell'ultimo giorno del decennio" mi viene da scrivere e infatti lo scrivo.
Il decennio che sta per finire è quello degli anni 10
Quello, per intenderci, in cui ho girato un film, scritto un romanzo e soprattutto fatto un figlio.
Quello in cui chiunque ha trovato lo spazio per dire la propria
e lo ha detto.
Lo stesso decennio in cui io ho smesso di ascoltarli.
Quel decennio, per intenderci, che ho iniziato innamorato
e sto finendo sempre innamorato.
Quello in cui ho visto per la prima volta l'oceano.
Quel decennio che finisce oggi.
Danzando.





martedì 22 ottobre 2019

Idrogeno Metallico


Sinceramente non saprei definirlo questo libretto. È un qualcosa a metà strada tra la fotografia e la poesia. Ha 13 paginette, soprattutto di foto. E contiene 5 brevi poesie che raccontano un sogno ambientato nello spazio profondo.

Non so bene perché l'ho scritto. È una di quelle cose di dubbia utilità che mi piacciono tanto.
Comunque, se vi va, lo potete sfogliare qui: https://drive.google.com/open?id=18l1WiZGn8vwt4G8aA6i64U4HYd3yVLZr


giovedì 8 agosto 2019

Un film sulla fine del tempo

La scena di partenza è molto minimalista. Notturna, direi.
Vediamo un orologio da polso, appoggiato su un tavolino in penombra.
Tutto il resto è secondario.
La frase invece è questa:
“Gli ingranaggi ruotano discreti nel quarzo.”
Poi silenzio.
In effetti non è che ci capiamo molto,
quindi nel silenzio aspettiamo una nuova frase, che arriva.
“La meccanica novecentesca delle lancette mi guarda.
Fredda.
Giudicante.
Implacabile.”

Bene. Si parla del tempo e degli errori. O almeno, questo ci sembra di capire.
Comunque, ad ascoltare bene il silenzio, molto leggero lo sentiamo il ticchettio.
Eh sì, lo sentiamo.
Freddo.
Giudicante.
Implacabile.
Gireremmo anche lo sguardo altrove, magari dietro di noi c’è una finestra con vista sulla notte.
Potrebbe essere suggestivo.
Ma niente, chi sta scrivendo questa storia non ce lo permette.
Rimaniamo a fissare l’orologio da polso in penombra.
E aspettiamo che arrivi qualche altra frase.
Che arriva.
Ma stavolta è più energica, veloce, ansimante.
“Bruciano i ghiacci e la Siberia e i cassonetti e l’Alaska e la dignità e tutto l’artico. E contro ogni logica dal fuoco l’acqua, il fuoco e il caldo e il ghiaccio che fugge, tanta acqua, troppa acqua.”
Oh, stop, stop, vorremmo mettere in pausa, che c’entra adesso questo. È tutto così minimalista e in penombra che queste parole ci spiazzano. Ma siamo gli unici a sobbalzare perché tutto intorno è quieto e immobile. Solo le lancette dei secondi si muovono. Vorremmo dire qualcosa ma la storia non l’abbiamo scritta noi e chi lo ha fatto non ci permette di parlare. Lo fa invece, nuovamente, la voce.
“Altra acqua, nuova acqua, bagnata, salata, sudata, che copre terre e annega vite. Vite di gente in fuga che annega. Gente che annega ma non ci riguarda, gente che fugge ma non ci ricorda, che muore e che brucia. E contro ogni logica dall’acqua il fuoco. Fuoco dalla benzina delle navi, fuoco dalle urla di dolore, fuoco dall’inferno.”
Poi silenzio.
Da lontano il ticchettio delle lancette. Noi lo sguardo non lo proviamo nemmeno più a voltare.
Tic.
Tac.
Tic. Tac.
Tic Tac Tic Tac.
La meccanica novecentesca è implacabile. Precisa. Fredda.
Dissolvenza a nero.
Fine.



venerdì 24 maggio 2019

Però poi vado a capo

   
   Scrivo delle frasi
   Dal contenuto discutibile
   Però poi vado a capo
   Così, un po’ alla cazzo
   E d’incanto
   Diventano poesie




   (Roma - Stazione Tiburtina, 23/05/2019)


domenica 24 marzo 2019

moon/suggestions

Ci sono elementi che hanno un'influenza particolare sulla nostra immaginazione. Per me uno di questi elementi è la luna. Ha in se il mistero, l'eleganza, il cambiare costantemente senza cambiare mai. Riesce a flirtare tanto con gli astronauti quanto con i lupi mannari, influenza le maree e ha quella delicata discrezione di tenerci sempre nascosta una parte di se.
Quest'anno faranno 50 anni dal primo incontro tra lei e l'uomo. Ho voluto omaggiarla con questo video molto minimale. Poche immagini e pochi suoni, in modo da conservare quella delicata discrezione nel tenere sempre nascosta una parte di me.